Quella volta che la Ricoh GR III mi ha “insegnato” a fotografare
Partiamo da un principio fondamentale: una bella fotografia è merito del fotografo, non della macchina fotografica. È un concetto abusato, ma resta verissimo. Eppure, a volte, una fotocamera (o un obiettivo) può darci quel “qualcosa in più”, rivelare nuove prospettive o aiutarci a capire meglio i nostri gusti estetici. Oggi ci concentreremo proprio sull’aspetto tecnico ed estetico della fotografia, lasciando da parte le riflessioni più profonde su etica o filosofia.
La svolta con la Ricoh GR III: gestire la luce in modo intuitivo
La mia Ricoh GR III mi ha aperto gli occhi su come gestire la luce, e tutto grazie a un’impostazione che non avevo mai trovato prima in altre fotocamere. Non è un segreto ben nascosto, ma una modalità di esposizione che ha rivoluzionato il mio modo di scattare.
Oltre alle classiche modalità esposimetriche (spot, media pesata al centro e multizona), la Ricoh GR III ne offre una quarta: “pesata sulle alte luci” (highlight-weighted). Certo, si è sempre detto di “esporre per le alte luci”, ma quante fotocamere lo fanno in automatico?
Meno passaggi, più immediatezza: il segreto dell’esposizione automatica
Per ottenere un’esposizione precisa, il mio processo era decisamente macchinoso:
- Esporre (magari sulle alte luci).
- Bloccare l’esposizione (con il pulsante dedicato, se c’è).
- Mettere a fuoco il soggetto.
- Premere il pulsante di scatto a metà corsa.
- Ricomporre l’immagine.
- Scattare.
Anche con un po’ di pratica, sono troppi passaggi che rallentano la creatività.
Qui entra in gioco la Ricoh GR III. Questa fotocamera, per chi non lo sapesse, vanta un sistema di iperfocale estremamente avanzato e intuitivo, che di per sé risolve gran parte dei problemi di messa a fuoco. Ma il vero “click” (quello mentale) è arrivato con l’esposizione.
Ho scoperto la modalità “pesata sulle alte luci” quasi per caso. Ho notato una quarta icona tra le opzioni: quella dell’esposizione spot, ma con un “+” accanto al punto centrale. Ho provato ad attivarla.

All’inizio ero confuso: tutto diventava scurissimo, tranne i punti luce. Leggendo bene la descrizione, ho capito: serviva a esporre proprio per le alte luci. Sembrava una cosa da poco, ma ho deciso di lasciarla attiva.
L’illuminazione che cambia tutto: vedere la luce come mai prima
Ed è qui che è successo qualcosa. Ho capito perché molte delle mie foto non mi piacevano: non mettevo abbastanza in relazione il soggetto con la luce. Sembra una banalità, lo so (“Ovvio, luce e soggetto sono sempre collegati!”). Siamo tutti d’accordo, ma quanto spesso ci pensiamo davvero prima di scattare? Io, personalmente, troppo poco.

Con questa impostazione, la Ricoh GR III ti costringe a pensarci. Se il soggetto non è ben illuminato, semplicemente non lo vedi quasi per niente nella tua foto! È un riscontro visivo immediato: niente luce, niente soggetto. Non puoi non accorgertene.
Certo, puoi sempre compensare l’esposizione, schiarire o scurire le ombre in post-produzione. Ma la cosa fondamentale è quel feedback immediato che ti fa capire se stai inquadrando ciò che vuoi. Se non è così, puoi subito cambiare posizione, cercare una luce diversa, o persino un soggetto diverso. Le possibilità sono infinite.

Non è la fotocamera che insegna, ma quella che rivela
Ho scherzato nel titolo, è chiaro. La fotocamera non mi ha insegnato a fotografare. Però, ha sicuramente messo in luce una mia debolezza come fotografo. Ha semplificato drasticamente quel processo complesso di messa a fuoco, esposizione e ricomposizione a cui mi ero abituato, dandomi molta più libertà e immediatezza nello scegliere, inquadrare e scattare il mio soggetto.
Quindi, un grazie a Ricoh… anche se non credo l’abbiano fatto pensando a me! 😉