Due piccioni con una favola
Erano sempre in due, uno bianco dal becco più sottile e con una piccola macchia color miele sulla gola, l’altro un po più grande, scuro, sembrava altezzoso e fiero e guardava sempre il piccolo amico dall’alto e con la testa girata di lato.
Tutte le mattine i due piccioni volavano alla finestra del vecchio Antonio e lo svegliavano.
Antonio si alzava, andava in cucina, preparava il caffè e poi prendeva un biscotto, lo sbriciolava nel palmo della mano e lo portava ai suoi piccoli amici.
Quelli aspettavano tranquilli, mangiavano il loro biscotto e volavano via guardandosi indietro come per ringraziare.
Un giorno Antonio si svegliò di soprassalto, il cuore gli batteva fortissimo, guardò fuori dalla finestra e si accorse che il sole era già alto nel cielo ma i due piccioni non si vedevano ancora.
Con la morte nel cuore andò in cucina, si preparò il suo caffè e senza pensarci, prese il solito biscotto, lo sbriciolò nel palmo della mano ma… Mise il biscotto nel caffè e bevve con le lacrime agli occhi.
Più tardi si appisolò ed iniziò a sognare. Sognò i tempi in cui era bambino, sognò i suoi migliori compagni d’infanzia.
Roberto: era un duro, grosso com’era sfidava chiunque gli si parasse davanti ma infondo aveva un gran cuore e avrebbe preso a pugni chiunque avesse anche solo provato a fare del male ai suoi amici e soprattutto era protettivo nei confronti di Carlo, il più giovane del gruppetto, timido e un po cagionevole di salute.
Carlo e Roberto salutarono Antonio e i tre sedettero sul muro dove si incontravano sempre per dare la caccia alle lucertole d’estate.
Roberto disse: -che fine hai fatto stamattina? Ti abbiamo chiamato per ore dalla finestra di casa tua.-
Antonio spalancò gli occhi. Capì che non stava dormendo.
-Già!- disse Carlo -Che fine hai fatto?- e mentre parlava una grossa goccia di miele gli scivolò dalla fetta di pane che aveva in mano per finire dritta sulla maglietta bianca… -Volevamo ringraziarti per i biscotti.-